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Naja Tripudians | 35 |
E senza rumore e senza luce Jean Vital si recò quella notte alla capanna solitaria di là dal ponte di San Juan. Lungo la spiaggia i suoi passi cadevano lievi e silenziosi sulla sabbia; indi volse a destra, traversò il ponte e lasciò dietro di sè le luci del villaggio e la luminosa striscia del mare.
E ben altro lasciò dietro di sè in quell’ora Jean Vital che i suoi focosi venticinque anni conducevano a perdizione.
Seguendo la strada, da qualche anno quasi deserta, vide presto, a destra della via, ergersi — ombra sull’ombra — la capanna abbandonata.
Stava per emettere un breve fischio allorchè ricordò l’ingiunzione del ragazzo: «Senza rumore!» E giunto sulla soglia e spinto l’uscio basso e socchiuso, il buio davanti a lui fu così nero che per istinto cercò in tasca gli zolfanelli.... Ma ecco che gli tornò alla memoria l’ordine tre volte ripetuto dal messaggero: «Senza luce».
Si tolse la mano di tasca e la tese brancolando innanzi a sè; indi sussurrò a bassissima voce il nome della donna:
— «Jamana!...»