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La Donna (Nicola Moscardelli).

Il libro si chiude con un senso di soffocazione.

Sebbene sia composto con un’arte squisita, nulla rivela in esso l’artefizio, nel quale era così facile cadere.... Non c’è nulla da aggiungere, e nulla da togliere.


Don Marzio.

Squisitezze psicologiche, gioielli d’osservazione, un profumo di grazia inarrivabile...


Gazzetta di Messina (G. Gigans).

Colei che seppe costruire coll’aiuto del suo potentissimo genio un’affascinante vicenda — I divoratori — ; colei che seppe nel poema vibrante di verità accomunare la fede al dolore — Vae Victis — .... ci regala quest’opera semplice e possente.

La Vivanti quando vuole appassionare il lettore, sceglie un argomento semplicissimo, un argomento di vita vera.

Questa la sua arte. La semplice verità.


La Scuola (Antonio de Filippis).

Il poeta è vate. Gli basta uno sguardo, ed egli intravede il futuro. — Carducci, da profeta, intravide il genio di Annie Vivanti e disse: «canta!».

.... Annie dimostrò il suo vero temperamento di artista col romanzo. Nel romanzo appare grande, perchè originale, strana, ardita, ma sempre vera. Tutta la vita di Annie è una battaglia contro la ipocrisia.... E con Naja Tripudians ella compie una lotta ancor più potente.

Storia triste che risalta sulla tavolozza di un Rembrandt!


Il Pungolo (Giuseppe Scaglione).

La poetessa squisita di «Lirica» la narratrice intensamente drammatica dei casi pietosi e terribili di Maria Tarnowska, l’autrice di «Zingaresca» di «Vae Victis» di «Bocche Inutili» ha creato ancora un’opera di grande bellezza artistica e di appassionata, travolgente poesia. Sopratutto da questo ultimo libro bisogna veramente riconoscere ad Annie Vivanti, una grande forza di pensiero e di forma; di pensiero ricco, elevato, profondo, di stile deciso, rapido, serrato, in alcuni momenti quasi convulso.