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delicatezza e di una grazia squisitamente femminili.... qualche cosa che fa pensare alla freschissima «Primavera» del Grieg.
....Ma a un punto la tinta rosea del romanzo viene interrotta improvvisamente da qualcosa di oscuro e misterioso.... Le pagine si fanno inquiete; a quel profumo di innocenza che aveva fin qui accompagnato il racconto si mescola uno strano e tentante odor di peccato.
....Corre per tutte le frasi come un misterioso brivido, un serpeggiare di febbre.
Aprire il romanzo e leggerlo è come entrare in una serra dove tra i più semplici e delicati mughetti, alcuni strani fiori effondono un loro acuto e perverso profumo. Non si ha il tempo e forse nemmeno il coraggio di avvicinarli, tanto quel profumo ci prende, ci stordisce, ci travolge. Esciremo dalla serra, opporremo gli occhi e la fronte ai rudi baci del vento, ma il ricordo di quei terribili fiori resterà a lungo entro di noi, come di un sogno bello e perverso....
Il Giorno (Carlo de Flaviis).
Pagine belle e tristissime; due piccoli mondi; scolpito, il primo, con una perfezione d’arte impeccabile, descritto il secondo, con una verità a volte piena di impudica baldanza a volte piena di titubante sgomento.
La Chiosa.
Tutta Annie Vivanti è qui: con le sue mani cariche di poesia ch’ella profonde in così bizzarro modo: qua, là, dovunque un dettaglio svegli la sua vibratilità, soffermi la sua commozione, desti la sua sensibilità.
Non ci soffermeremo a evocare le bellissime tra le molte belle pagine del romanzo. Al pari di tutti i libri della Vivanti esso afferra alle prime pagine e non lascia più.
L’interesse che suscita vi è graduato così che dall’incantesimo di una dolcezza piana e serena si passa a poco a poco per tutti gli stadi dell’ansia e della trepidazione fino a raggiungere l’angoscia piena d’orrore che strugge l’anima alla fine del racconto e del libro. Si esce da questa lettura sotto il peso di un incubo.
Poesia! questo è il segreto di Annie Vivanti. Il segreto della sua malìa e della sua arte; dei suoi occhi ancora pieni di stellante azzurro e dei suoi libri sempre saturi di freschezza; della sua giovinezza sempre intatta e delle sue pagine sempre avvincenti.