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204 | Naja Tripudians |
Lungamente egli contemplò quella figuretta atterrita, come un serpente fissa l’occhio ipnotizzante sull’uccelletto che sarà sua preda. Indi con un sorriso si avanzò, tendendole ambo le mani.
Ma in quell’istante un grido, un grido stridente, acutissimo risuonò per la casa.
Era la voce di Leslie. Il cuore di Myosotis si fermò.
Con un balzo fu fuori della stanza e nel corridoio e giù per la scala. Ma più di lei fu rapido Neversol; la raggiunse sul pianerottolo e con una ferrea stretta sul braccio la fermò.
— Lasciate stare.... — diss’egli, ansando un poco, — lasciate stare!... Ormai.... è inutile!
Myosotis lo fissò sbalordita, con gli occhi sbarrati, colla bocca aperta.... non poteva parlare....
— Andiamo! tornate su, — disse lui, spingendola davanti a sè e forzandola a risalire qualche gradino.
Myosotis parve ubbidire, indi con uno strappo subitaneo che sembrava doverle rompere il braccio, si svincolò da lui e balzò giù per la scalinata. Come una freccia traversò l’anticamera, la sala da pranzo, e spalancò l’uscio del