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Naja Tripudians | 201 |
Fremendo, gemendo, mordendosi i pugni Myosotis corse all’altra finestra: era chiusa nello stesso modo. Allora si slanciò nella camera attigua — la camera color di rosa, la camera di Leslie....
E anche qui, dietro le tende di raso bianco a fiorami rosa, vi era la grande imposta ricoperta di feltro ed ermeticamente chiusa.
Allora Myosotis alzò le mani al cielo.... e si sentì morire.
Udì un passo, lieve, smorzato dal tappeto. Si volse e vide sulla soglia la cameriera, la vecchia cameriera dagli occhi di cane e di volpe....
Calma, corretta, composta, col suo grembiule bianco ricamato e la cuffietta candida sui capelli inargentati, chiese con voce ossequiosa:
— Posso aiutarla a vestire, signorina?
Myosotis non rispose. La guardò; le fissò in viso i suoi occhi terrorizzati; e la donna rispose a quello sguardo collo sguardo tranquillo di serva ben disciplinata.
Myosotis si guardò intorno, indi si avvicinò alla donna, si chinò verso di lei col volto terreo, colle labbra bianche, e sussurrò:
— Ho paura!