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Naja Tripudians | 199 |
Fuggire! Sì, sì! fuggire! Prendere Leslie, chiuderla nelle sue braccia, trascinarla via!... Via? Dove? di notte, in questa immensa terribile città sconosciuta? Non importa! Via! via! nel buio, nella notte, nell’ignoto, ma via di qui.
Dabbasso qualcuno si era rimesso al pianoforte e suonava una gioconda barcarola di Schumann. Quella musica calmò per un attimo l’agitazione di Myosotis.
— Mio Dio! — pensò essa, — non è possibile che questa gente ci voglia trattenere contro la nostra volontà!... voglia obbligarci a restare per forza....
Pur mentre lo pensava cominciava a dubitarne.... e il terrore la riprese più forte.
— Fuggite! fuggite, — urlava il cieco Istinto, — ponetevi in salvo! Gettatevi entrambe dall’alto di quel ponte sopra le nere acque del Tamigi.... Questo è ancora salvarvi!
Ma come fuggire? Myosotis sentì che bisognava chiamar gente, invocare un aiuto dal di fuori.
Traversò precipitosa la stanza e andò a una delle grandi finestre davanti a cui pendevano, risplendenti e arabescate, le tende di broccato.