Pagina:Vivanti - Naja Tripudians, Firenze, Bemporad, 1921.djvu/197


Naja Tripudians 193


— Sì! sì! — esclamò Myosotis guardandolo con occhi lagrimosi. — Vieni, Leslie....

E le due fanciulle si alzarono.

Ma ecco che dal fondo della sala Totò tornava verso di loro. Era pallido e barcollava un poco. Teneva in mano una scatoletta d’oro piena di una fine polvere bianca. Ne aveva preso tra le dita un pizzico e lo fiutava.

Si fermò davanti a loro porgendo la scatola d’oro aperta. — Fiutate un pizzico di questa polvere, — disse ridendo e guardando l’una e l’altra delle due sorelle con gli occhi velati e socchiusi.

— Che cos’è? — chiese Leslie con aria un poco spaurita.

— È ambrosia! — disse Totò, — è la nivea polve della coca che dischiude le porte del paradiso.

— No! no! non la toccate, — disse Neversol respingendo il braccio di Totò. — E voi, — rivolto a Myosotis, — andate a dire a Lady Randolph che salite in camera vostra. Suvvia!

Myosotis, mansueta e tremante, traversò la grande sala, scansando terrorizzata il gatto che faceva ancora balzi e capriole, e si avvicinò a Milady.

A. Vivanti 13