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che, finita la frase musicale, l’artista pronunciò in una profonda e sonora voce baritonale:

— E così, Amberlocks, trovate che canto bene?

Totò, «dai riccioli d’ambra», non rispose e chiuse il pianoforte.

Gli occhi tinti di bistro di Dafne Howard vagarono in giro alla sala e si fermarono dapprima su Leslie e poi su Myosotis.

— Quanta gioveniscenza! — esclamò, tornando alla sua strana voce affettata di falsetto, e volgendosi a Lady Randolph. — Dove le avete pescate? — Senza attender risposta continuò: — Bene, bene. Stasera Weisz conduce qui.... — e disse sottovoce una parola (un nome, o un titolo?) che le fanciulle non afferrarono.

A quell’annuncio Lady Randolph si turbò assai.

— Cosa dite! — esclamò agitata. — viene qui? Lui stesso?... Stasera! Ne siete certo?

— Sì, sì, — fece Dafne, — e riparte all’alba per Parigi. Lo farete condurre a Hounslow a prendere l’Airco.

— Ma Weisz poteva preavvisarmi! — esclamò Lady Randolph. Indi attraversò la sala e si avvicinò a Myosotis. — Aspettiamo degli ospiti