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Naja Tripudians 167


ziose, dello champagne, insistendo però che Totò vi mescesse molt’acqua.

Il quinto convitato, un uomo dai capelli rossi di una bruttezza ripugnante, parlava con Lady Randolph, bella e arridente a capo tavola. Talvolta dicevano delle cose che certamente dovevano essere molto spiritose, perchè tutti davano in grandi risate; ma a Myosotis sfuggiva il senso dello scherzo.

— Stasera verrà Dafne Howard, — disse Milady sorseggiando una miscela di gin e curaçao, poichè lo champagne non le piaceva.

— Dafne Howard! — esclamò l’uomo rosso. — E dove l’avete pescato?

— All’Alhambra, — disse Milady. — Totò ed io siamo andati a vedere «Messalinette» e l’abbiamo riconosciuto subito. Vero, Totò?

Totò non rispose.

— Che parte faceva? — chiese Neversol.

— Ma è questo il bello, — rise Milady — che, appunto, Messalinette era lui!... Figuratevi che sul programma si fa chiamare «Mademoiselle Lisa Douceur!»

Gli uomini risero.

— Bel tipo, Dafne Howard! — disse il diplo-