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118 | Naja Tripudians |
Un immenso rancore, quasi un senso d’odio, la invase; e colui che la guardava vide un pallore latteo salire lentamente a sbiancarle il viso delicato. E vedendola così pallida, colle sue rose in mano, un improvviso rimorso gli strinse il cuore.
Frattanto Miss Jones aveva ritrovato la favella.
— Ma come, — esclamava stupita, — è lei la persona che firma «zia Marianna?» Ma è possibile!... E come fa lei, un uomo, a intendersi di fronzoli e di fiocchi, di regole d’etichetta e di cosmetici?
Egli cessò di guardare Myosotis e si volse con cortesia verso Miss Jones. — Voglia accomodarsi, signora. — E additava una poltrona accanto al suo scrittoio; indi andò a prendere dal vano della finestra una seggiola e l’offerse a Myosotis. — La prego.... segga.
La fanciulla obbedì, come in sogno.
E come in sogno contemplò quell’uomo, alto, largo di spalle, dai folti, capelli ricciuti e un po’ grigi, la fronte alta e sbarrata dalle sopracciglia dritte e nere come una spennellata d’inchiostro della china; e sotto a quelle nerissime sopracciglia due occhi chiari, infossati, taglienti....