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50 | annie vivanti |
dino. Ed ecco Nancy! Ecco la piccola Nancy solitaria e felice in piedi sull'altalena, cantando, coi ricci al vento.
— Oh mamma! — chiamò subito Nancy facendo un po' di broncio; — è venuta Fräulein poco fa a portarmi via Edith. E mi ha detto di non muovermi di qui. Che sia arrivato qualcuno? Forse il poeta di Londra? Credi che sia il poeta per me?
— Non so, cara, — balbettò Valeria, senza voce e col cuore martellante; e abbracciò le gambettine nere ritte sull'altalena, e appoggiò la tempia pulsante sul grembiulino della piccola. — Dio, tenetemela sana e salva! — mormorò.
— Fàtti in là, mamma, e guarda come vado in alto! — disse Nancy.
E Valeria si mosse per lasciar posto all'altalena. In quel momento vide Fräulein affacciarsi alla finestra del salotto e farle cenno colla mano di venire.
— Vado in casa un momento, tesoro. Non spingerti troppo in su, — pregò Valeria, e si affrettò ad entrare.
Quando aprì l'uscio del salotto, le si fermò il cuore.
La signora Avory giaceva sul sofà, con le labbra livide e gli occhi smarriti. Fräulein le stava vicino, tenendo una boccetta di sali, mentre Edith, piangente, in ginocchio davanti alla madre, le chiedeva:
— Mamma! mamma! ti senti meglio?
In un angolo il nonno e lo zio Giacomo guardavano, tristi ed allarmati.
— Che cos'è stato? — esclamò Valeria.
Edith singhiozzò:
— Non so... è svenuta... era qui col nonno...
La madre si rizzò a sedere e guardò Edith. Subito gli occhi le si inondarono di pianto: cinse il collo di Edith e le sue lacrime piovvero su lei.
— Mamma, mamma, perchè piangi? — chiedeva Edith.