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i divoratori 47


mitare della giovinezza. Ed ora, dunque, anche Edith? Edith, l'ultima nata del suo cuore?... Alzò gli occhi vacui di Mater Dolorosa al volto dell'avo; poi cadde svenuta davanti a lui, con la testa grigia ai suoi piedi.


Fuori, nei campi costellati di margheritine, Nino aveva preso con aria di padronanza il braccio di Valeria.

— Cuginetta, — disse, — ti ricordi come io ti amavo, quando avevi dodici anni? E tu mi schernivi!

— È vero, — disse ridendo Valeria. — Ma come ti amavo io quando avevo quattordici anni. E tu mi sprezzavi!

— Ma dopo... — riprese Nino, — come io ti adoravo quando ne avevi diciotto! E tu mi scacciasti!

Valeria lo guardò con occhi timidi.

— Ed oggi tu hai ventisei anni; ed io ne ho già ventisette e mezzo.

— Così è. Come sei giovane! — E Nino rise. — La donna che amo ha trentotto anni.

Valeria si fece pallida, poi una vampa rosea le soffuse il volto; e rise, mostrando tutti i denti bianchi e tutte le fossette.

— Che dici? Trentotto anni? quasi quaranta? Io non ci credo.

— Quasi quasi non ci credo neppur io, — disse Nino, ridendo. — Forse non sarà vero! — E si chinò con fare deciso ed autoritario e la baciò sulla guancia.

(Può darsi che nella lontana biblioteca della Casa Grigia lo zio Giacomo con l'orecchio astrale udisse la confortante asserzione di suo figlio? Certo è che la Fräulein, alzando gli occhi dal trentacinquesimo Canto dell'Inferno, credette di vederlo blandamente sorridere nel sonno).

— ... Sei proprio sicuro, Nino, — disse Valeria, dopo avergli con grande difficoltà perdonato quel bacio, —