Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
46 | annie vivanti |
— La tosse di Sally peggiora! — ripetè il nonno.
La signora Avory alzò gli occhi dal suo ricamo.
— Zitto, zitto, papà! — disse, scotendo la testa in aria di rimprovero.
— Ho detto che la tosse di Sally peggiora, — ripetè il vecchio. — Tutte le notti la sto ad ascoltare.
— Ma no, ma no, non parlar così, — disse la signora Avory. — Sai bene che la povera Sally riposa in pace da gran tempo. Non è Sally che senti. Forse parli di Edith, che ha un po' di raffreddore.
— Io conosco la tosse di Sally, — sentenziò il vecchio.
La signora Avory depose il lavoro, intrecciando le mani in grembo. Un lento brivido le passò nelle vene, e l'avvolse tutta come d'un lenzuolo bagnato.
— Sally è la mia nipotina prediletta, — proseguì il vegliardo, crollando la testa bianca. — Ah! povera piccola Sally! povera piccola Sally!
La signora Avory, immobile, lo guardava. Un terrore senza nome, un terrore lento, gelido, s'insinuava come una serpe nel suo cuore.
— Edith! E' Edith... che tosse un poco, — sussurrò.
— ~E' Sally~! — gridò il vecchio, rizzandosi in piedi. — Io ricordo la tosse di Sally, ed ogni notte la odo.
Seguì un silenzio profondo. Poi nella stanza vicina, Edith tossì.
Il vecchio venne vicino, vicino a sua nuora. Era livido e terribile.
— Ecco: — bisbigliò. — Ecco! hai sentito? Questa è Sally. E voi da tanti anni mi dite che è morta!
La signora Avory si levò. Nei suoi tragici occhi passava la visione spettrale dei suoi figli morti, straziati tutti, dilaniati tutti dal Male orrendo che si accovacciava nei loro petti, che scivolava, subdolo, nelle loro gole, che balzava su di loro e li strozzava appena giungevano al li-