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38 annie vivanti


del Nord. Non volle più andare al tennis perchè le faceva venire un dolore in una spalla; e andò ogni giorno, sola con Nancy, a fare delle lunghe passeggiate.

La piccola Nancy era un'adorabile compagna. Poco a poco Edith si trovò ad aspettare con lieta impazienza l'ora della passeggiata giornaliera; le piaceva sentire la calda dolcezza di quella manina fidente stretta alla sua, e la garrula voce di allodoletta al suo fianco.

Nancy faceva poche domande. Preferiva non sapere tante cose. Non le piacevano più i fuochi d'artifizio da che, una volta, ne aveva visti di giorno, avvolti in carta dentro ad una cassetta. Ma come! Non erano dunque i bambini delle stelle?

Tutte le definizioni di cose e di fenomeni che Fräulein le faceva, urtavano la sua fantasia quanto l'accento tedesco di Fräulein le feriva l'orecchio.

Se Nancy diceva: «Che belle nuvole rosse!» Fräulein subito cominciava:

— Sai che cosa sono le nuvole?

— No, no! — gridava Nancy. — Non so, e non voglio sapere. — E correva via per non sentire.

Ma i diciassette anni di Edith e le otto primavere della piccina s'accordavano armoniosamente: l'aurora dell'anima di Nancy, avvivata da presaga fiamma, urgeva a più rapido mattino; mentre la breve giornata di Edith, già oscurata da un invisibile gelo, volgeva alla sua fine prima ancora di giungere al meriggio.

Così le due anime fanciulle s'incontravano, e il loro amore saliva concorde come l'unirsi vivido e puro di due fiamme.


Fu la domenica di Pasqua che Fräulein apparve, in ritardo e senza Nancy, al lunch. Fräulein si scusò.

— Nancy non viene. E' in giardino a scrivere una poesia. Dice che non vuol mangiare.