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30 annie vivanti


Antonio le prese le mani baciandole, premendole sui suoi occhi, dicendole che partiva domani! No, non domani! oggi, oggi stesso! tra poche ore, per sempre! per l’Inghilterra! per l’orribile, gelida Inghilterra! E lei, che cosa farebbe? lo tradirebbe? Sì, certo, lo tradirebbe! Perchè era una infame, perchè era perfida, e lui lo sapeva! Ed era meglio morire subito tutt’e due, e farla finita!

Nunziata gettò il piccolo grido della «Lucrezia», terzo atto, e si scostò da lui col brivido del secondo atto della «Marguerite Gauthier». E indietreggiò a scatti come nella «Fedora», e finalmente gli si precipitò sul petto come nella «Francesca». Gli sussurrò all’orecchio cinque parole. Poi lo mandò a casa. Chiamò Marietta che le sciogliesse i capelli, e Marietta le rifece la treccia, e mise via il resto che non occorreva, e le diede la lanolina per la faccia. E la signora si mise a letto come Nunziata Villari d’anni trentotto. Antonio ancora non turbava i suoi sonni.

Ma Antonio rifece la sua strada per le vie notturne, ripetendo come in sogno le cinque magiche parole: «Londra — in maggio — dodici rappresentazioni!» — Ed era marzo!

— Basta! — pensava Antonio, — in qualche modo vivrò durante questi atroci due mesi. Aber fragt mich nur nicht wie, — aggiunse tra sè; perchè sapeva abbastanza il tedesco per poter citar Heine nell’originale. Aveva anche letto la «Jungfrau von Orleans» per poterne parlare con la Villari quando studiava quella parte. La Villari amava discutere le sue parti con lui e si divertiva a provare su di lui gesti ed atteggiamenti che le dovevano poi servire in teatro. Egli non se ne avvedeva, e vibrava a tutte le fantasticherie di lei come vibra un violino che si tiene tra le mani, al suono d’un altro violino. Quando ella imparava la «Maria Stuarda» egli fremeva tutto di eroiche