Pagina:Vivanti - I divoratori, Firenze, Bemporad, 1922.djvu/413


i divoratori 401


mente a Praga ad assistere il Professore ormai vecchio, amareggiato, e quasi cieco.

Finito tutto... passato tutto... vano tutto...

E Nancy d’un tratto vide stesa davanti a sè la Vita — la Vita, in tutta la sua iniqua e spaventosa inutilità — la breve, vana, tragica, sonnambulesca corsa dal Nulla al Nulla.

Allora Nancy pianse e gridò — gridò forte, come una creatura ferita, inginocchiata presso la finestra, stendendo al cielo le braccia desolate.

— Anne-Marie, Anne-Marie!... Mio Dio! mio Dio! ridatemela! Fate che tutto questo sia un sogno! Fate ch’io mi svegli a trovare Anne-Marie ancora piccola nelle mie braccia!... Mio Dio, ma che cosa farò io ora? Che cosa farò?...

Nulla.

Non c’era più nulla da fare per Nancy.

Ormai era tardi. La sua creatura era partita. Il suo Libro era morto. Il Giardino azzurro era chiuso.