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i divoratori 389


il corridoio; teneva un pallone del Bon Marché legato con una cordicella al suo polso. Era un grande pallone rosso colle parole «Bon Marché» in caratteri d’oro sull’enfiata faccia; ed era stato causa di intensa mortificazione a Fräulein, per tutto il percorso dell’affollato Boulevard des Italiens.

— La gente ti riconoscerà, — aveva detto per istrada ad Anne-Marie, — e allora non ti si prenderà più sul serio; e non si prenderà sul serio neppure la tua musica. Non è decoroso che una grande artista vada attorno con quello stupido pallone.

— Questo non è più stupido degli altri palloni, — disse Anne-Marie colpendone leggermente la turgida testa rossa e guardandolo ascendere lentamente per tutta la lunghezza della cordicella.

Poi lo tirò giù di nuovo, e un lieve colpo di vento lo mandò a battere contro la faccia di Fräulein.

Fräulein fu molto irritata.

— Veramente, io non capisco come una persona che eseguisce la Sonata di Beethoven...

— Quale Sonata? — chiese Anne-Marie che era versata nell’arte di far girare la conversazione. — La Kreutzer o la Frühling? Io preferisco la Kreutzer...

Poi introdusse forzatamente le sue dita sotto al braccio rigido e resistente di Fräulein; e le trotterellò gaiamente a fianco lungo il Boulevard. E Fräulein era felice. Il pallone picchiava lievemente contro al suo cappello, ma poco gliene importava. Si limitò a dire che avrebbe preferito che sul pallone fosse stato scritto «Louvre» invece di «Bon Marché», che era un negozio così democratico.

...Anne-Marie entrò nel salotto traendosi dietro il pallone.

Fräulein, vedendo che vi era una visita, si ritirò in camera sua.