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i divoratori | 385 |
ha lasciato tutto il suo patrimonio. L’ho meritato. Sono stato molto buono per lei...
Le spalle ondeggiarono in un profondo sospiro. Sospiro di sollievo o di disperazione? Aldo ne era incerto.
— Dunque ora avranno fine le tue pene, Nancy mia. Ho già assegnato a te e alla bambina una somma importante... Così non sarai più obbligata a sfruttare Anne-Marie.
Nancy balzò in piedi, sfuggendo a lui; e lo guardò atterrita. Che cosa aveva detto? «Sfruttare Anne-Marie!»... Sfruttare Anne-Marie? Lui poteva credere questo? Altri potevano credere questo?..... che ella sfruttasse Anne-Marie?
Nancy si coprì il viso e scoppiò in disperato, irrefrenabile pianto. Singhiozzava e gemeva, torcendosi le mani. Aldo, guardandola, comprese che questo non era il pianto che egli era avvezzo a udire e a comprendere. In questo pianto erano tutte le speranze infrante di Nancy; tutte le sue aspirazioni perdute; tutto ciò che per amore di Anne-Marie ella aveva sacrificato e soffocato, e cercato con preghiere e flagellazioni di scordare. Il suo lavoro, il suo Libro, le sue speranze, i suoi sogni di gloria — tutte le cose che aveva messo sotto ai piedini di Anne-Marie e che essa, correndo alla celebrità, aveva così gaiamente calpestato — risorsero nella sua memoria come spettri di esseri trucidati. Nancy ricordò le splendide ali del suo proprio Genio ch’essa, per dar libero volo ad Anne-Marie, si era divelte penna a penna — e le ferite s’aprirono e sanguinarono ancora.
— Non è vero ch’io abbia sfruttato Anne-Marie, — disse, levando verso Aldo le iridi acquarellate di pianto; — tutto il denaro che ha guadagnato nei suoi concerti è stato messo via per lei. È sacrosanto. Nessuno lo ha toccato.