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i divoratori 375


prendere Bach!»... Già, i Professori mi dicono sempre o l’una o l’altra di queste due cose.

— Perfettamente, — disse il signore, gravemente. — Tu non puoi in nessun modo capire Bach.

Anne-Marie lasciò cadere Steiner, che andò a mordicchiarsi la coda sotto al sofà.

— E voi? — disse allo sconosciuto, — che cosa capite voi in Bach? Voglio sapere preciso cosa capite. — E con gli occhi saettanti e le guancie rosse, Anne-Marie afferrò per la manica il Musicista Vero. — Adesso vi suonerò del Bach, e voi mi direte che cosa ne capite... Bemolle! dammi il violino.

Bemolle si slanciò con viso raggiante ad obbedirla.

— Ma, Anne-Marie! cara! Non far così, — disse Nancy turbata.

Ma Anne-Marie accordava già il violino.

— Ecco, — disse, folgorando cogli occhi il visitatore, — adesso mi direte cos’è che voi capite, e io no!

E subito suonò le prime cinque delle trentadue variazioni della Chaconne. Poi si fermò.

— Ebbene? Cosa avete capito? Ditemelo!

Il Musicista si appoggiò alla spalliera del sofà, con un sorriso di superiorità benevola.

— E adesso, — disse Anne-Marie, come una piccola Furia bionda, accesa e ispirata, — adesso lo suono diversamente! Lo suono come Joachim... Così, precisamente così, Joachim suonava per me e con me... E adesso che cosa avete capito? Che cosa dice Bach a voi, sciocco uomo, più di quello che dice a me?

— Ma Anne-Marie! — esclamò Nancy. — Vergogna! Non devi parlare così!

— Sì! devo! devo! — disse Anne-Marie, quasi piangendo.

Il visitatore, sorridendo acidamente, si alzò per prendere congedo.