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370 | annie vivanti |
rosa a guardarsi. Egli suonò anche molte note sbagliate negli accompagnamenti; e sentiva saettare su di lui l’ira di Anne-Marie, non ostante il fatto che, suonando, ella gli tenesse voltate le piccole spalle celestrine.
Nancy sedeva a fianco della Regina, e con occhi rischiarati da lagrime felici, rispondeva alle benigne e intime domande che le belle labbra le rivolgevano. La Regina la chiamava col suo nome di fanciulla, col suo nome di poeta... E il passato e il presente si confusero nella loro duplice dolcezza nel cuore di Nancy. Essa riviveva la sua gloriosa adolescenza, nella gloria adolescente di Anne-Marie.
In carrozza al ritorno, Anne-Marie, garrula come un uccelletto, raccontava le sue impressioni, e Nancy, ridendo, la serrava al cuore.
Ma Bemolle, muto, con gli occhi chiusi, pensava. Pensava che stenderebbe alla tremula stretta della sua vecchia madre, una mano che il tocco d’una Regina aveva consacrato.
XXIV.
Ma prima che Bemolle potesse andare a casa sua, si dovevano ancora dare quattro concerti a Milano.
— Milano è la città che deve darti il battesimo dell’Arte, — disse ad Anne-Marie il giovane Commendatore-editore di musica, arbitro delle arti liriche nel mondo milanese. — In fatto di musica, Milano è l’unica città che conti.