Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
i divoratori | 353 |
Soffia una sola volta, |
Nancy rise.
— Ma non vedo cosa c’entri col Re.
— C’entra, — spiegò Anne-Marie. — Perchè io avevo sette desideri, e ne avevo fatto una lunga lista tanto tempo prima. Avevo desiderato, — e Anne-Marie colla testa appoggiata al petto di sua madre, enumerò: — prima un cavallino tutto bianco con la coda lunga; poi una casa pel Schopenhauer; poi un battello a vapore per andarti a prendere, perchè non venivi mai; poi un vestito magnifico per Fräulein; e poi un orologio d’oro per Elisabeth; e poi un altro orologio, più d’oro, per te; e poi un altro per me; e poi un altro cane, non come Schopenhauer, ma nero con zampe bianche; e poi...
— Ma mi pare che siano già più di sette cose, — disse Nancy.
— Ce n’erano ancora! Ed erano tutte cose di cui avevo molto bisogno, — disse gravemente la piccola. — Ma allora tu mi hai scritto che il Re era ammalato.
— Mi ricordo, — disse Nancy.
— Mi hai detto che era il Re del tuo papà, ed era tanto buono che perdonava tutti. Degli intieri paesi pieni di gente cattiva, lui li perdonava!
— È vero, — disse Nancy.
— E mi hai detto di pregare il buon Dio che lo facesse guarire.
— Sì, — disse Nancy.
— Io invece non ho fatto così. Ho detto a Dio: «Aspetta un momento!» E il giorno dopo era la mia festa, e avevo i sette desideri. Allora, — continuò gravemente Anne-Marie, assorta nei ricordi, — quando ho visto le candele accese ho pensato che per il tuo Re rinuncerei a un desi-