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24 annie vivanti


di un piccolo carro funebre, segnando il ritmo di qualche cosa che Fräulein leggeva.

— Che cosa leggi, Fräulein? — domandò Nancy.

Fräulein Müller continuò a nicchiare col capo e lesse forte, col suo esecrabile accento tedesco, il soave verso di Tennyson:

Shine out, little head, sunning over with curls!....

(Oh, testolina raggiante, affacciatevi,
Soleggiata di riccioli d'oro)!

— Che belle parole, — disse Nancy. — Leggile ancora.

Fräulein ripetè i dolci versi mattinali.

— Torna a leggere, — disse Nancy. — Leggi più lento.

Fräulein ricominciò. E la ragazzina ripetè i versi piano, tra sè.

Poi disse alla governante:

— Continua a dire quelle parole, sempre quelle, finchè ti dirò di smettere.

E Nancy chiuse gli occhi.

— Ma perchè? — disse Fräulein. — Cosa ti viene in mente? — Poi visto che la bimba non rispondeva nè apriva gli occhi, la mite Fräulein Müller, scrollando il capo, obbedì.

... Quella stessa sera Nancy litigò coi suoi amici Bel Popò e Menton Fleuri.

Fräulein, nella penombra della nursery, ripeteva quasi sonnecchiando quei blandi ritornelli, quando al sesto «kikiriki» vide Nancy rizzarsi a sedere nel letto, colle guancie accese e gli occhi saettanti.

— Non dirlo più, — proruppe. — Guai a te se lo dici ancora. Non voglio più sentire quelle stupide cose.

Fräulein, attonita, ammutolì.

— Canta qualcos’altro, — disse Nancy.