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22 | annie vivanti |
Nancy fu pregata di cantare: «Schlaf, Kindchen, schlaf, da draussen steht ein Schaf»; ed essa lo fece con molta mala grazia e con poca voce.
Ma in seguito a forti e servili applausi da tutti, compresa anche Fräulein, la piccina si degnò di far udire tutto il suo repertorio, compresa una canzone plebea «There’ll be razors a-flyin’ in the air» imparata incidentalmente dal superbo e inavvicinabile garzone del giardiniere, Jim Brown.
Fu dunque deciso che Nancy sarebbe un grande Genio musicale e si procurò subito un pianoforte a piccola tastiera, e molti libri di teoria, d’armonia e di contrappunto. Edith raccomandò a Valeria di studiare questi libri con attenzione e poi d’insegnarne il contenuto a Nancy, facendo però in modo che la piccina non se ne avvedesse.
Ma Nancy se ne avvide. Anzi dopo qualche giorno bastava che vedesse entrare sua madre in una stanza, perchè ella ne fuggisse, strillando e pestando i piedi.
Fräulein Müller, con astuzia e diplomazia, e secondo un Nuovo Metodo Tedesco, si accinse ad insegnarle in pari tempo l’alfabeto e le note musicali.
— A, b, c, d... niente di più semplice, — disse Fräulein.
E cominciò a spiegare. Il «fa» era dunque l’A, e, in inglese, si pronunciava «e». Il «si» era B; il C si pronunciava «si», ed era il «do». E così via. Niente di più semplice.
Ma il risultato fu sconcertante. Nancy insisteva a voler compitar sillabe e fabbricar parole al pianoforte, e non trovava l’«o», e non trovava l’«u», e non trovava niente. Valeria accresceva la confusione chiamando «si» il B, e «mi» l’E, e il G «sol». Era un pandemonio.
Nancy divenne irosa e diffidente. In ogni parola che le si rivolgeva le pareva di fiutare una nuova trappola per introdurre in lei delle nozioni musicali. Non si fidava più di nessuno; e non voleva più parlare che col nonno o con Jim Brown.