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i divoratori 19


avesse alitato, incontrò e trattenne lo sguardo luminoso della creaturina novella.

A lungo, a lungo il vecchio interrogò con lo sguardo vacillante quelle limpide profondità. Poi disse lentamente:

— Ecco Nancy.

E béby fu Nancy da quel giorno in poi.

IV.

Il giorno in cui Nancy compì i tre anni, e che intorno al suo «birthday-cake» — la focaccia del giorno natalizio — furono accese solennemente le tre candele d’uso, Edith mise i gomiti sulla tavola e disse:

— E dunque, che cosa sarà Nancy?

— Buona, — saltò su a dire la piccina, — molto, molto buona. Dammi un altro di quei dolci che fanno pum! Nonna, tienimi le orecchie.

Edith le tese un salterello avvolto di carta d’oro e adorno di figurette; e Nancy, con le mani della nonna sulle orecchie e con gli occhi chiusi, lo tirò con molti strilli di gioia e di spavento.

Edith, ora alta e sottile, e di cui le due treccie si erano fuse in una sola, appuntata sulla nuca da un gran nodo di nastro, ripetè la sua domanda.

— Che cosa vuoi dire? — le chiese la signora Avory.

— Spero bene, — disse Edith con gravità, — che non vorrete farne semplicemente una ragazza come tutte le altre!

Allora Valeria parlò timidamente: