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282 | annie vivanti |
— Certamente, — disse Fräulein. — Dovresti andar subito. Io intanto terrei qui Anne-Marie. Così non dovrebbe interrompere le sue lezioni di violino.
— Oh Dio! — esclamò Nancy, — dovrei lasciar qui Anne-Marie? — E sospirò profondamente. — Lo so che non deve interrompere le sue lezioni.... ma come vivrò io senza di lei? — E dopo una pausa disse: — Credi proprio che farei bene ad andare?
— Ma senza dubbio, — assicurò Fräulein che si vantava di avere molto senso pratico. — Una casa editrice come quella di cui parli, non farà mai niente senza vederti e conferire con te. Io so come sono le case editrici.... Ma bada, bada veh! che non t’imbroglino!...
Nancy sorrise.
— Starò attenta, — disse.
— Oh sì, cogli editori — disse Fräulein — si ha un bel star attenti...
E qui Fräulein Müller ripetè un discorso che aveva già fatto molti anni prima, a Wareside, quando Nancy aveva scritto la sua prima poesia. E Fräulein, rammentando quel tempo, si sentì tutta commossa. Rievocò il giorno — era la domenica di Pasqua — c’era ancora il povero vecchio Nonno... Fräulein credeva persino di ricordarsi ancora quei versi, i primi versi di Nancy. Erano splendidi! E Fräulein li citò molto commossa:
Stamane nel giardino |
— Non posso dire che li trovo molto belli, — disse Nancy, ridendo.
— Forse non erano proprio così, — disse Fräulein.