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i divoratori 277


«Di nuovo l’imperiosa, irresistibile chiamata mi scuote deliziosamente i nervi. Se me lo dite una terza volta — per i biondi Dei del Walhalla! — verrò!

«Sarete contento? Mi bacerete con gratitudine le bianche mani abbandonate? Saremo semplici, e assurdi, e felici? bisognerà fare della scherma intellettuale, e gareggiare d’arguzia, motteggiatori e ostili?

«Che importa? che importa? I miei occhi vi vedranno e l’anima mia non chiederà di più.»

* * * * * *

Un telegramma da New York ad Andermatt, risposta pagata. (Denari presi in prestito da Fräulein Müller):

«Vistovi stanotte in sogno. Avevate lunga barba nera. Ditemi che non è così.»

«Nancy


Risposta da Andermatt:

«Non è così. Vieni subito».


Nancy non andò subito. Già non aveva nessuna intenzione d’andare.... e poi non aveva i denari del viaggio.

Egli scrisse: «Vieni a Lucerna!»

Ed ella rispose: «Impossibile».

Lui: «Ti aspetterò a Interlaken».

Lei: «Impossibile».

Lui: «Incontriamoci a Parigi».

Lei: «Impossibile».

Lui: «Allora, in ottobre, parto pel Transvaal».


Allora, in settembre, ella gli riscrisse:


«Amo di figurarmi il nostro primo incontro.

«Avrà certo luogo nella cornice convenzionale d’un