Pagina:Vivanti - I divoratori, Firenze, Bemporad, 1922.djvu/281


i divoratori 269

disse che finirebbero collo scoprire che lui e lei erano fratello e sorella. Non aveva lei una voglia di fragola sulla spalla sinistra? No? Ecco! Che strana coincidenza! Neanche lui. Dunque erano forse gemelli.

Questa fine facezia ebbe un immenso successo, e tutti risero, eccetto la famiglia distinta che non rideva mai.

Dopo colazione Fräulein Müller invitò Nancy a venire nella sua camera; e volle tenersi in grembo Anne-Marie.

— Ma se piangi, — disse Anne-Marie, — ho schifo.

Allora Fräulein promise di non piangere più; e anzi le insegnò il giuoco «Da hast du’nen Thaler, gch’auf den Markt» (Eccoti un tallero, va al mercato....), che Anne-Marie trovò assai divertente.

Quando potè discorrere un poco in pace con Nancy, Fräulein le narrò le sue peripezie colla famiglia americana, dove era rimasta tanti anni dopo aver lasciato la Casa Grigia. E le raccontò che adesso coi suoi risparmi poteva riposare, e aveva appunto preso in affitto una piccola casa a Staten Island — una casetta tutta bianca in mezzo a un minuscolo giardino — dove passerebbe tranquilla il resto dei suoi giorni. La settimana prossima la casetta sarebbe già pronta a riceverla.

— E a ricevere anche te, mia Nancy, e la tua bambina, — disse Fräulein, cercando un posto asciutto nel fazzoletto dagli orli rosa. — Verrete a stare con me. Oh, meine kleine Nancy! Il nostro piccolo Genio! E cosa ne è della Poesia?...


La settimana seguente Fräulein Müller lasciò Lexington Avenue per prendere possesso del suo «Gartenhaus», come chiamava la casetta a Staten Island. E tre giorni dopo, Nancy e Anne-Marie si recarono a stare con lei per una quindicina di giorni.