Pagina:Vivanti - I divoratori, Firenze, Bemporad, 1922.djvu/268

256 annie vivanti


Che importa un nome? Chiama pur la rosa
Con altro nome — avrà men dolce odore?

Che importa un nome? — Chiama pur la Donna
Con altro nome — avrà men falso il core?

«Chiamatemi dunque — se chiamarmi volete — col nome complessivo e fragile e impersonale di — Eva! E pensatemi come la sorella minore della prima Eva, meno curiosa forse e ancor più solitaria.... e tanto amica del Serpente — ormai addomesticato! — da portarlo intorno al collo come un boa, magro e moderno.... E ne’ miei occhi tranquilli fluttua la nostalgia del già perduto Paradiso....

«Ma mi fate altre domande ancora: «Siete giovane?» — Sì; ma non d’una giovinezza sconcertante. — «Siete buona?» — Sì; ma non di una bontà affliggente. — «Siete bella?» — Quasi; ma non di una bellezza sconvolgente.

«E vi scrivo, non perchè io sia avventurosa o temeraria, ma perchè l’ora è il tramonto, e il mese è l’aprile.

«E voi siete l’Ignoto».


L’Ignoto rispose. Ed ella gli riscrisse. E nelle sue lettere ella mise tutte le sue frasi più belle, tutti i suoi estri più felici. Gli scrisse molte verità e molte menzogne. Si descrisse a lui quale ella credeva di non essere, ma quale forse inconsciamente ella era. Nelle sue lettere si dava per una principessina viziata, una farfalla frivola, turbinante attraverso la vita con vivide ali....

E scrivendo queste lettere ella venne a poco a poco a somigliare a quella che descriveva. Divenne gaia e spensierata. Si fece prestare denari da Peg, e anche da George che si era innamorato di lei. Che importava? Li