Pagina:Vivanti - I divoratori, Firenze, Bemporad, 1922.djvu/263


i divoratori 251


«E se siete buona mi scriverete, perchè sono un uomo triste e solitario, un arcigno e inamabile selvaggio.

«Il mio indirizzo è il «Metropole», Londra.

«Robert Beauchamp Leese


Nancy mise la lettera sul letto accanto ai fiori. Stette a lungo, colle mani intrecciate, a contemplarli.

Essi portavano un solo messaggio ai suoi occhi stanchi di tante bruttezze, alla sua anima accasciata da tante meschinità: la ricchezza!

Erano fiori che parlavano d’opulenza. Essi appartenevano a un altro ambiente. Avevano sbagliato strada; avevano sbagliato casa.

Se avessero potuto per un istante avere moto e vita, si sarebbero levati — Nancy già se li immaginava! — rialzando le delicate vesti color di viola, e affrettandosi a fuggire dal sordido appartamento.

Nancy poggiò il viso sul letto vicino ai delizianti petali. Chiuse gli occhi e sognò una risposta alla lettera.

La sua fantasia si dilettò a immaginare una risposta fine, spiritosa, sorprendente....

How shall I hold you, fix you, freeze you,
Break my heart at your feet to please you!...

Sì; gli citerebbe del Browning. E dell’Heine. Pingerebbe di sè una fantastica immagine, nella veste chiarazzurra, su cui le orchidee a tinte di pastello viola poserebbero, fuse in una divina dissonanza di colore.... E (nella lettera!) il suo viso piccolo impallidirebbe sotto un grande cappello di velluto nero, e l’ombra delle lunghe piume le velerebbe gli occhi.... Ah sì! ella si servirebbe del suo ingegno letterario per stupire e incantare questo