Pagina:Vivanti - I divoratori, Firenze, Bemporad, 1922.djvu/260

248 annie vivanti


Ed ora — ecco l’aprile!

Aldo restava assente talvolta per delle settimane intere. Quando tornava era di umore lieto, e vestiva con eleganza ricercata; ma era pur sempre frugale e parsimonioso in casa, predicando l’economia e ammonendo contro imprudenze e spese.

Anne-Marie andava a un Giardino d’Infanzia, dove andavano anche le bambine del droghiere, e le bambine dell’erbivendola, e le bambine del lattaio. Ed esse amavano Anne-Marie, e Anne-Marie le amava.

Ed ora, ecco l’aprile! L’aprile che, dovunque può, si spinge e penetra. S’avventava tra i pilastri della ferrovia aerea, versando per le vie l’oro del sole. Corse anche nella finestra aperta del tetro salotto nella 82.ma Strada, rovesciando il suo ambrato splendore sulla seta gialla dell’odiato paralume.

A Nancy, sola e avvilita nel suo vestito marrone, aprile disse: «Esci!»

Allora Nancy mise il cappello e uscì. E non avendo alcuna ragione di voltare a destra, volse a sinistra. E dopo aver attraversato tre o quattro vie, non avendo nessuna ragione di voltare a sinistra, volse a destra.

E voltando così, si trovò faccia a faccia con un fattorino di piazza — un ragazzo insolente dal berretto rosso sull’orecchia — che portava un grande mazzo di fiori ravvolti in carta velina. Il ragazzo, dando di cozzo in Nancy, disse:

— Ehi! dove li ha gli occhi?

Aprile disse a Nancy: «Sorridi!»

Nancy sorrise e la fossetta s’incavò.

— Scusi! Mi rincresce, — disse al rude ragazzo. E si scansò per lasciarlo passare.

Il ragazzo la guardò, e poi le fece una strizzatina d’occhio. Era un ragazzo molto insolente.