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i divoratori | 217 |
Sono curioso di sapere se qualcuno legge le cretinerie che scrivo qui. Ho idea che nessuno le guardi. Venite all’agile barchetta mia, Santa Lucia, Santa Lucia.»
Finì la pagina e la mise sullo scrittoio colle altre. Poi fumò delle sigarette e lesse «Autour du mariage» finchè fu ora di uscire a far colazione.
Durante la sua assenza per il «lunch», un biglietto lilla era stato lasciato sulla scrivania per lui: «Venite stasera alle otto precise.»
I suoi fogli terminati erano stati portati via, come di consueto; e un nuovo pacco di giornali lasciato al loro posto, perchè egli li copiasse.
Subito Aldo riaprì l’armadio nel muro e guardò su. Sì, il pacco di carte era più grande. Aldo trasse a sè i fogli e li guardò. In cima agli altri era il foglio scritto per l’ultimo, col miscuglio di parole insensate e di canzoni italiane in mezzo alle notizie politiche!
Allora Aldo prese dal pacco una ventina di fogli scritti e li mise sullo scrittoio davanti a sè.
Evidentemente era inutile copiarne dei nuovi. Tanto nessuno li leggeva.
Appoggiato allo schienale della sua seggiola, Aldo accese una sigaretta e riflettè profondamente.
Da quasi un mese egli veniva qui, e copiava, per sette ore al giorno, delle colonne di vecchi giornali. Era pagato per questo, venti dollari alla settimana. Perchè?
Mrs Doyle era forse un angelo caritatevole, che desiderava aiutare lui e la sua famiglia senza esserne ringraziata? No, era convinto che non era questo.
Il suo sguardo cadde sul biglietto lilla. «Venite stasera.»
Come un lampo gli balenò la certezza che egli era pagato per le ore che passava al numero 8, e non per quelle che passava al numero 59.