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i divoratori 199


«Venga a vedere», dissi.

Ed ella venne con me nella sua toque turchese, alla meschina casa di Mrs Schmidl nella lurida 38.ma Strada.


Quella sera pranzammo col volatile occidentale o, piuttosto, essa si invitò a pranzare con noi.

Disse: «Che veleno!» quando assaggiò la Knödelsuppe di Frau Schmidl. E: «Che veleno!» quando mangiò il Blutwurst coi krauti.

A giudicare dai suoi modi, che sono esecrabili, essa è probabilmente una gran signora.

Mamma! nel mio cuore la speranza apre timidi occhi...»

* * * * * *


VII.

Mrs Doyle era difatti una gran signora. Suo marito era stato uno dei titani fra i «boss» politici degli Stati Uniti. Sua sorella aveva sposato un baronetto inglese. Sua figlia, Marjorie, «Marge», come la chiamava sua madre, si era sposata, diciottenne appena, al congressista Herbert Van Osten.

Il volatile occidentale traboccava di ciò ch’ella chiamava «eleganti» idee.

— Voi altri due, — disse alla fine del velenoso pranzo, — potreste far una sensazione qui! Potreste diventare «the rage»! la gran moda a New York. Ci vuol poco a diventare la gran moda a New York. È una città fatta così! — E volgendosi ad Aldo: — Voi siete un conte, non è vero? — Gli sorrise confidenzialmente. — Della Rocca, nome elegante! Ha proprio tutto il suono di conte.