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i divoratori | 195 |
tutto il giorno immobile, a guardarci. Io ho paura di lui.
Se posso trovare denari sufficienti, ti telegrafo.
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Questa gente è buona. Tengono Anne-Marie da basso, in cucina. Ma anche loro hanno paura di Aldo. Credo che ci manderanno via. Ma terranno la bambina, e avranno cura di lei.
Oh Dio! Mamma! mamma! Pensa!...
Voglio telegrafarti, voglio telegrafarti.
Vado fuori. Vado a domandare che mi si aiuti. Domanderò a chiunque, a tutti...
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Sono stata alla Chiesa italiana, al Consolato italiano. Vedranno, dicono; e faranno il possibile... ma ci sono tanti casi pietosi! Mamma, siamo un «caso pietoso» noi? Come è strano!...
Non hanno voluto darmi i denari per un telegramma. Hanno detto che telegraferanno loro, quando avranno assunto informazioni...
Ho fermato per istrada una donna. Le ho detto: «Perdoni! Potrebbe forse lei...», e poi mi è mancato il coraggio e le ho domandato dov’era la 38.ma Strada. Me l’ha indicata, ed io son tornata indietro per la strada già fatta.
Sono arrivata alla Quinta Avenue e nel mio misero abito sono scesa per quella via splendida e opulenta. Sono passata davanti a tanti grandi palazzi. Uno di questi aveva le finestre aperte e, dentro, qualcuno suonava «Der Musikant» di Hugo Wolff. Una voce di donna cantava.
Wenn wir zwei zusammen wären |
Mi fermai. Tornai indietro; salii la larga scalinata