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194 annie vivanti


E pare che tutto finisca lì. Hanno detto ad Aldo che non pagano mai gli articoli che vengono mandati dal di fuori, anche se sono brillanti e originali com’è questo. Non pagano che i loro redattori.

E non vi sarebbe posto nella redazione per lo scrittore dell’articolo brillante e originale?

Posto, sì. Fin che se ne vuole. Ma denari no.

Aldo vive di datteri e di un po’ di riso. Non parla quasi mai. Non so che cosa siano i suoi pensieri. Ho paura per lui.

* * * * * *

Oggi, conducendo fuori Anne-Marie a prendere un po’ d’aria davanti alla casa, ho incontrato una persona che conoscevamo in Italia, un certo Fioretti.

Mi pare che fosse un vecchio amico di Nino. Egli mi guardò, e passò, senza riconoscermi. Ringraziai il cielo! Mi tremavano le ginocchia per la paura che si fermasse, che mi dicesse: «Voi, qui? Ma dove state? Cosa fate?»

Dove sto? Sto in questa vile strada nel quartiere dei negri. E cosa faccio? Muoio di fame.

Mamma! mamma! mamma! ma questo è un sogno che faccio, non è vero? Uno stolto, incredibile sogno, da cui mi sveglierò ridendo, per ritrovarmi vicino a te. Vorrei svegliarmi ancora bambina in Inghilterra, nella Casa Grigia... C’era la nonna, vero? non me la ricordo, ma so che c’era. E nel giardino un’altalena: quella la ricordo...

E poi, non c’era anche una ragazzina colla treccia bionda, che si chiamava Edith? Non so perchè mi pare di ricordarmela adesso. Che cosa ne è stato di lei?... Era forse quella poverina che morì d’etisia a Davos?...

* * * * * *

Aldo non si muove più di casa. Non ci parla più. Sta