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i divoratori 193


Ci rimangono otto dollari.

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Se ti scrivo chiedendoti dei denari tu li manderai. E poi? Da qui a poche settimane saremo al punto in cui siamo oggi.

Meglio vale combattere da soli le nostre battaglie.

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Ecco. Non abbiamo più niente. Niente.

Il signor Schmidl dice che ci lascierà tenere la stanza. «Almeno», aggiunge in tono burbero, «per un’altra settimana o due». Ma sua moglie non deve darci da mangiare. «Almeno», soggiunge, ancora più burbero, «non a tutti. Soltanto a voi, e alla Anne-Marie».

È un uomo povero anche lui. Ha ragione. Non può mantenere una famiglia d’estranei. Ma — e Aldo? Come farà?

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Abbiamo venduto i vestiti di Montecarlo per dodici dollari. Ci siamo riabilitati.

E poi, dove avevo la testa? Io posso scrivere! Come mai non ci ho pensato? Manderò un articolo al giornale Italo-Americano. Senza firma s’intende.

Lo scrivo subito. Stasera stessa.

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È scritto.

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È accettato.

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È stampato.