Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
i divoratori | 175 |
Aldo balzò in piedi e cadde in ginocchio davanti a entrambe. Baciò la bambola, e il paltoncino di Anne-Marie, e le ginocchia di Nancy, e poi nascose il volto in grembo alla bambina, singhiozzando. Anne-Marie subito pianse e strillò, e Nancy li baciò tutt’e due, consolandoli.
— Non piangere, tesorino mio! Non piangere, Aldo! Non importa. Vedrai che tutto si accomoda. Aldo, non piangere più! Non posso vederti piangere!
Aldo continuò a singhiozzare dicendo che sarebbe meglio che andasse ad ammazzarsi. E dopo che Nancy lo ebbe perdonato, e consolato, e incoraggiato, alzò il viso smorto, e gli occhi rossi, e disse:
— Allora, vado al Casino?
Nancy impallidì. Era inutile, inutile tutto. Egli non capiva. Era fatto così; e non sapeva che si potesse essere diversi.
— No, — disse lei.
Egli allora si sedette, e sospirò; e guardò fuori dalla finestra.
Nancy scese e andò dalla proprietaria dell’albergo a chiedere il conto. Mentre lo stavano preparando, la buona donna disse:
— Vogliono dunque partire oggi?
Nancy si fece rossa.
— Non so... non so, finchè non ho visto il conto.
La proprietaria, che aveva udito lo strepito di sopra (Aldo piangeva forte come un bambino), e che era un poco inquieta per i suoi denari, disse in tono confidenziale:
— Monsieur ha già preso il suo «viatico»?
E come Nancy non capiva.
— Ma sì, il viatico del Casino. Se Monsieur ha giocato e ha perduto, l’amministrazione gli renderà qualche cosa. Monsieur non ha che a domandarlo. E poi, — ag-