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6 | annie vivanti |
riprese gaia, — poco importa. Tanto, adesso sono tutti morti.
E si levò dall’erba, e lo aiutò un poco a rimondare le piante di fragola, per far venire l’ora del thè.
Venne a chiamarla suo nonno, una bella figura di vecchio, alto e maestoso. S’avvicinò lentamente, trascinando un po’ i piedi sulla ghiaia del viale.
Edith gli saltellò incontro e mise la sua mano tiepidetta nelle dita fredde e avvizzite del vecchio. Quindi si avviarono insieme verso la casa.
— Le hai viste, nonno? — chiese lei, sgambettandogli intorno mentre egli procedeva a passo lento traverso il prato.
— Visto chi, cara? — domandò il vecchio.
— Ma Valeria, e la bambinetta.
— Che bambinetta? — disse il nonno, fermandosi a riposare ed ascoltare.
— Ma la bambina di Tom, nonno! — disse Edith. — Sai bene! la piccola bambina del povero Tom, che è morto. E’ venuta a star quì, con la sua mamma. E c’è anche la sua nurse. Si chiama Wilson.
— Ah sì? — disse il nonno vagamente, e si mosse per andare avanti. Poi si fermò di nuovo. — Dunque Tom è morto?
— Ma nonno! nonno! Lo sai bene! Te l’ho pur detto mille volte in questi giorni.
— E’ vero, — disse il vecchio, pensosamente, togliendosi il berretto di velluto nero e passandosi la mano nei fini capelli bianchi. — E’ vero; Tom è morto. Povero Tom. Ma.... — continuò, esitando, — quale Tom? Mio figlio Tom? o suo figlio Tom?
— Tutt’e due quei Tom, — disse Edith; — son morti tutt’e due. L’uno è morto quattro giorni fa, e l’altro è morto sette anni fa; e tu non li devi confondere a quel