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i divoratori 151


— Eh! cara mia! se ~sono~ intermittenze! — disse Aldo con aria di profonda saggezza. — Ma se fossero dei quattro?

Questa frase per Nancy chiuse la porta definitivamente a ogni più lontano bagliore di comprensione. Ma Valeria, che durante il suo viaggio di nozze era stata a Montecarlo quattro giorni, disse con tono reciso:

— Io, se fossi in te, starei a vedere. Se fossero dei quattro, allora non punterei che sui cinque e i sei.

Aldo riflettè, stropicciandosi il mento.

— Questa non è forse una cattiva idea, — disse, — ma bisogna che provi. Adesso voialtre dite «rosso» o «nero», così, a caso, come vi salta in testa.

Nancy e Valeria dissero «rosso» e «nero», a caso, come saltava loro in testa; e Aldo giocò il sistema, puntando degli scudi immaginari, e raddoppiandoli secondo le regole del De Cesari. In meno d’un quarto d’ora, dimostrò che aveva guadagnato quasi duemila lire.

Allora fu deciso ch’egli sarebbe andato a Montecarlo e avrebbe giocato il sistema e niente altro che il sistema. E sarebbe partito il più presto possibile.

— Non ditene una sillaba a nessuno, — disse. — De Cesari raccomandava sopra tutto che non se ne parlasse. Capirete. Se tanta gente lo sapesse, Montecarlo non esisterebbe più. E allora tutto sarebbe guastato.

Non dissero una sillaba a nessuno; ma cominciarono subito i preparativi per la partenza di Aldo.

— Non mi fermerò più di un mese per volta, — disse lui. — Bisogna stare attenti che il Casino non sospetti che si ha un gioco sicuro.

— Si capisce, — disse Valeria.

E Nancy disse:

— Non è un po’ disonesto d’andar lì, sapendo di dover vincere?