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4 | annie vivanti |
giacchetta nera, ed un cappello nero guarnito di crespo e di grosse ciliegie, nere ed opache.
Edith ne schiacciò una fra le dita, e la ciliegia si ruppe, vitrea e glutinosa. Poi la ragazzetta andò allo specchio e si provò il cappello. Le piacque vedere il suo piccolo viso lungo sotto quella acconciatura caliginosa, e la fece traballare, tentennando il capo in qua e in là.
— Quando sarò vedova — disse tra sè — porterò anch′io un cappello come questo. — Poi lo fece cadere dalla sua testa sopra la seggiola. Schiacciò rapidamente un′altra ciliegia, e uscì per andare a vedere la bambina.
La trovò nella nursery tra le braccia della nonna, che la faceva ballare in su e in giù. La creaturina teneva il pugno in bocca, e i larghi occhi guardavano nel vuoto. La ragazza in lutto, le stava davanti in ginocchio, battendo le mani e cantando: «Cara! cara! cara!... bella! bella! bella!» mentre Wilson, la nurse, voltando le larghe spalle indifferenti, vuotava i tiretti del cassettone di Edith, piegando le sue cose e mettendole da parte per portarle disopra nella cameretta che doveva d′or innanzi servire alla ragazzina; poichè della camera di Edith aveva bisogno il béby.
Edith si stancò presto di star lì, e scese in giardino a cercare del «Brown Boy», il ragazzo del giardiniere. Lo trovò nell′orto intento a tagliare i germogli delle piante di fragola. Era tutto colore del terriccio, e ne aveva come sempre sulle mani, sulla faccia e nei capelli. Perciò più che per la sua parentela, si chiamava il «Brown Boy».
— Buona sera, — disse Edith fermandosi davanti a lui con le mani dietro la schiena.
— Buona sera, — disse Jim Brown, senza smettere il suo lavoro.
— Sono arrivate! Sono già lì tutt’e due, — disse la ragazzetta.