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i divoratori 131

XVIII.

Nancy e Aldo avevano prescelto Parigi per meta del viaggio di nozze; poichè, quando Valeria aveva suggerito la Svizzera, Aldo aveva dichiarato che di marine e di paesaggi lui ne aveva «pranzato e cenato». Inoltre Clarissa aveva detto a Nancy:

— Mia cara, se ci tieni ad avere una percezione chiara della vita, e una mente bene equilibrata, pensa ad essere sempre vestita bene. Non è che quando abbiamo la coscienza di essere impeccabilmente abbigliate, che abbiamo la calma, abbiamo la chiarezza, abbiamo l'imperturbabilità.

— Davvero? — disse Nancy.

— Davvero, — disse Clarissa. — E non c'è che un sarto al mondo: Paquin. Se non si è vestite da Paquin, tanto vale girar nude.

Nancy sorrise.

— Sai, debbo pensare al mio Libro. E d'altronde, ci tengo poco alla toilette.

— Ah! — disse Clarissa, — ci tieni poco alla toilette? Sta bene. Sta bene. Fa a modo tuo. Se a te piace essere un fagotto di genio e di stracci, e farti prendere in odio da tuo marito prima che siano passati due mesi, fa a modo tuo e cónciati in giacche, blouse e sottane!

Si decisero dunque per Parigi; e in breve le quarantotto cicaleccianti «demoiselles» di Paquin furono intente ad appuntare costellazioni di pagliette, e nuvole di trine sulle seriche vesti vaporose per Nancy — le vesti che dovevano impedire ad Aldo di prenderla in odio fra due mesi.

Secondo il suggerimento di Aldo presero stanza in un