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LIBRO PRIMO
I.
La creaturina nella culla aprì gli occhi e disse: — Ho fame.
Nulla si mosse nell’ombra della camera silenziosa e l’infante ripetè il breve grido inarticolato. Allora s’udì un fruscìo di vesti, un lieve accorrere di passi: due tenere braccia lo sollevano, e lo acqueta un cinguettìo di dolci parole vane. Ecco per la puerile guancia il fresco petto materno, per la piccola bocca avida ecco la fonte di blande e bianche delizie.
Sopita e soddisfatta la creaturina ricade nel sonno.
La piccola Edith Avory tornò dalla scuola correndo, col cappello a sghembo e le treccie al vento, ed entrò ansante nella sala da pranzo della Casa Grigia.
— Sono arrivate? — domandò a Florence, che stava apparecchiando la tavola per il thè.
— Sì, signorina, — rispose la cameriera.
— Dove sono? Il «béby»1 com’è? Dove l’hanno portato?
I Divoratori | 2 |
- ↑ Mancando nella lingua italiana familiare la parola neutra equivalente a baby o child dell’inglese, enfant del francese, Kind del tedesco, l’autore si permette di adattare al concetto la parola inglese. Lo stesso valga per le parole nurse e nursery.