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102 | annie vivanti |
con timido volo la fantasia di Nancy, mentre la forte mano del giovane inglese si chiudeva, calda e ferma, intorno alla sua. Poi la porta si chiuse dietro a Paul Kingsley, e il pensiero prese il volo e non tornò più.
— Chi è quell’imbecille d’inglese? — disse Nino, che era di malumore e si compiaceva di farlo sentire.
Nancy divenne rossa.
— Ti prego di non parlare così degli inglesi. Mio padre era inglese. E del resto, non era affatto un imbecille.
— Non ho mai detto che lo fosse, — replicò Nino.
— Oh, — esclamò Nancy, — sì che l’hai detto!
— Non ho detto nulla di simile. Tuo padre era un’ottima e cara persona.
— Ma sai bene che non parlavo di mio padre, — disse Nancy.
— Neppur io ne parlavo, — disse Nino.
Nancy si volse ad Aldo Della Rocca, che, preludiando piano, ascoltava con tutti i sorrisi accesi.
— Nino cavilla e confonde tanto, — disse Nancy, — che non si sa più quel che si dice.
Della Rocca annuì. E soggiunse:
— Questo mi diceva appunto di lui la sua celebre amica, Nunziata Villari, quando la vidi a Napoli l’altro giorno. A proposito, Nino, — e Aldo fece scorrere sul pianoforte l’agile destra in una rapida scala di quarte, lasciandole ricadere in limpidi arpeggi minori, come cascatelle d’acqua, — sai che la Villari ha tentato di suicidarsi il mese scorso? Mi pare appunto che tu eri partito da poco... Dicono che s’è chiusa in camera con un braciere di carbone, proprio come una sartina innamorata! L’hai saputo?
— No, — disse Nino, — non l’ho saputo.
E inchiodò gli occhi in faccia a Della Rocca, lungamente, fissamente, finchè questi si alzò, turbato, e disse che doveva partire.