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92 | annie vivanti |
Nancy, e premendole in fretta il mento sull’una e l’altra guancia. — Metti il cappello e vieni giù con me. C’è Aldo che è arrivato dall’America. Figùrati. Aldo! Ma come? non l’hai mai visto? mio cognato? il fratello minore di Carlo? Bello come un accordo in re minore! (L’ha detto lui, parlando di sè). Ma vieni, vieni a vederlo. Siamo giù col tilbury: proviamo i due nuovi sauri di mio marito. Ho voluto esserci anch’io, ma adesso ho paura; quei cavalli sono indemoniati! E ho bisogno d’attaccarmi a qualcuno!
— Attaccati ad Aldo, — disse Nancy ridendo.
— Impossibile! è lui che guida. E poi, ha un caratteraccio! Vieni, vieni. Sarà più amabile se ci sei tu.
— Ma se non mi conosce, — fece Nancy colla penna ancora in mano, e guardando il foglio di carta ancora bianco.
— Appunto per ciò! Aldo è sempre amabile con le persone che non conosce. Vieni presto, ma chérie! ti dico che Aldo è un incanto!... Decorativo come un gobelin! E poi, figurati che è stato in America, in un selvaggio e solitario «ranch» del Texas! Parla inglese e tedesco, e canta come un angelo. Fatti bella, mon chou aimé!
Nancy indossò rapida una lunga giacca chiara, e si appuntò il cappello senza guardarsi nello specchio.
Clarissa, che la osservava di sotto alle lunghe palpebre, disse:
— Mon Dieu! — Poi chiese subitanea: — Quanti anni hai?
— Quasi diciassette, — rispose Nancy cercando i guanti.
— Quelle veine! — sospirò Clarissa. — Sei pronta?
Sì, Nancy era pronta.
— E non badarci, — disse Clarissa, — se ti dò dei pizzicotti! Il cavallo di destra s’impenna.