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Antonio suo figlio che paga a nome del padre, due quartari di frumento per saldo di un ventesimo, della decima grossa (ossia frumento, segale, scandola) e di un trentesimo della decima minuta (ossia miglio, panico, melica, rape, vino, olio e castagne) la qual decima è su di un fondo in Lierna1.

Nel 1444 Luchino de Serponte di Lazaro e Bertramo de Mazzis di Bonolo, entrambi di Varenna, il primo per sette decimi, ed il secondo per i rimanenti tre decimi, fanno donazione di terre e livelli alla Cappella di Santa Maria nella chiesa di San Giorgio di Varenna, alla condizione che il sac. Bernardo de Serponte di Paolo, cappellano di detta cappella, non possa finchè vivo esser privato di detta capellania. Morto poi il detto sac. Bernardo, sia nel detto Luchino, e suoi discendenti la facoltà di eleggere il capellano della cappella di S. Maria, e questi sia tenuto ad offrire allo stesso Luchino e ad un compagno, un pranzo nella festa della natività di Maria, e così successivamente ai discendenti di esso Luchino, cioè a due dei suoi eredi2.

Gasparino de Marliano del fu Donato, di Varenna, con testamento 29 nov. 1480, lascia un appezzamento di terra di quattro pertiche situato alla Caravina, alla Chiesa di Santa Maria del Monastero di Varenna3.

Il monastero riceveva notevoli lasciti, fra gli altri notiamo quello contenuto nel testamento di Giacomo Longhi il quale il 17 novembre 1484 premessi diversi legati nomina suoi eredi generali le monache di Santa Maria del borgo di Varenna, nel quale monastero si trovavano due sue figlie monache, con carico però ad esse monache di fabbricare un monastero nelle sue case situate in Borghetto di Santo Stefano fuori delle mura del Borgo di Lecco dove si dice al Chioso4.

In seguito a questo lascito l’arcivescovo di Milano, il 19 marzo 1486, concedeva alle monache di Varenna di poter fabbricare questo monastero e ivi trasferirsi, col carico però di pagare annualmente una libbra di candele di cera alla mensa arcivescovile5.

E nel 1489 il generale dei Cistercensi emanava un decreto in favore di Benedetta e Fabrizia de Longhi relativamente alla fondazione del monastero di Lecco6.

  1. Blbl. Ambrosiana, Carte pagensi, n. 7090
  2. Atto 14 marzo 1444 in not. Stefano Bergagno. Testimoni furono: Giorgio de Serponti di Melchiorre; Gasparino de Scottis di Pietro; Giovannino Panizza di Antonio, Giovanni de Balbiano di Galeotto, Pietro di Tenca, di Giorgio; Giovanni de Basso di Martino e Martino Mazza di Antonio, tutti di Varenna.
  3. Not. Pietro Panizza Varenna.
  4. Archivio Notarile di Milano, Notaio Antonio Arrigoni
  5. A. S. M, Fondo di Religione, P. A. Conventi, Castello sopra Lecco, cartella 41.
  6. A. S. M., Fondo di religione, P. A., Conventi. Castello sopra Lecco cart. 41.