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84 | vittorio adami |
Nel 1412 la famiglia Serponti elegge il patronato di S. Giovanni di Varenna, e nel 1444 Luchino de Serponti aumenta il padronato suo della cappella di S. Maria Elisabetta in Varenna.
A proposito della detta cappella o altare di S. Giovanni insorse nell’anno 1464 una questione tra il sacerdote Stefano de Mazis ed il sacerdote Clemente di Merono e il 28 luglio Cicco Simonetta, segretario del Duca, ne scriveva al Capitano del lago di Como, al comune ed agli uomini di Varenna in questi termini:
«Havemo inteso de alcune conventione facte de acordio tra prete Clemente da Marono et uno prete Steffano de Mazi per casone de la capella de Sancto Johanne Baptista de quella nostra terra de Varena et confirmate per la Santità del Papa, per la quale appare dicto prete Steffano havere promesso de lassare liberamente la possessione de dicta capella con sue ragione et pertinentie al dicto prete Clemente, dando esso prete Clemente al dicto prete Steffano certa pensione annuale. Et non ostante dicte conventione, esso prete Steffano non cessa da fare novitate ne li fructi et possessione d’essa cappella in grande preiudicio del dicto prete Clemente, menazando ulterius de offenderlo in la persona il perchè per observatione de le conventione predicte ve commettemo et volemo debbiati mettere et mantenere et defendere dicto prete Clemente a la pacifica possessione de dicta capella et a luy et a ciascaduno suo messo fare respondere de li fructi et intrate pertinente ad quella capella, senza exceptione alcuna. Et provedere per ogni honesto modo ch’el dicto prete Steffano in questo non li dia molestia alcuna, nè in dicti nè in facti et de questo ve ne caricamo tanto quanto sia possibile et per quanto desiderati fare cosa ne sia grata, avvisandovi che de voluntà de la parte havemo facto rivedere dicte convenctione et per lo commissario sono state approbate et declarato se debano mandare ad effecto in la forma predicta et cussì volemo che faciati: Mediolano XXVIII iulij 1464. Cichus1.
Ma la cosa non si risolvette tanto facilmente perchè, more solito, gli abitanti di Varenna non si dettero per inteso dell’ordine ducale tanto che venne comminata ai disobbedienti una grave pena pecuniaria. Il 29 aprile Cicco Simonetta scrive nuovamente al capitano del Lago di Como:
«Intendendo nuy la ragione de la capella de Sancto Johanne da Varena essere in favore de prete Clemente da Merono scripsemo a dì passati ad ti et al potestà et homeni de la dicta terra lo dovesti mettere a la possessione d’essa capella et fargli respondere de li fructi, et havendo inteso per la resposta ne hay facta la difficultade che fano dicti homeni in non volerlo aceptare, de novo li replicano ch’è nostra intentione et volemo che le mettano a la possessione et fazano integre re-
- ↑ Arch. St. di Milano, Registri Ducali, n. 41 f. 30 t.