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secolo xv | 83 |
Lascia poi alla chiesa di San Martino di Perledo un antico breviario che «si trova nella sacristia della chiesa dove deve essere lasciato». Alla cappella di Santa Maria e San Michele della Chiesa di San Martino lascia un salterio nuovo con gl’inni mortuarii, un libro dei vangeli, un libro di canti con le antifone, un piviale rosso, una croce intarsiata d’oro, oggetti che debbono rimanere nella sacristia della chiesa, per uso del preposto. Lascia poi alla stessa chiesa un libro di vite di santi ed uno di leggende sacre, con una copertina rossa.
Da un verbale di visita pastorale eseguita nei giorni 12 e 13 luglio 1455 alla chiesa prepositurale di S. Martino di Perledo e di S. Giorgio di Varenna, dall’Arcivescovo Gabriele di Milano, togliamo le seguenti notizie:
Nella Chiesa di S. Martino non si teneva continuamente il Sacramento dell’Eucaristia per mancanza di reddito sufficiente a provvedere alle candele, e quindi si limitavano a tenerlo parato solamente dal giorno di Pasqua all’ottava di Pentecoste.
Il camposanto non era cintato per mancanza di denaro. La prepositura della chiesa di S. Martino aveva un reddito di fiorini cinquanta e, inoltre, vi erano quattro canonicati dei quali uno era tenuto dal sacerdote Martino de’ Capitanei di Dervio, del valore di 10 ducati, un altro dal sacerdote Jacobo de Domenigoni, del valor pure di 10 ducati, un altro dal sacerdote Arnolfino de Riva del valore di 8 ducati ed il quarto da Raffaele de Riva del valore dl 10 ducati. Eravi poi la cappellania dell’altare di S. Michele, col reddito di trenta fiorini tenuta dal sacerdote Andrea de Cassonia, che troveremo poi parroco a Varenna.
Come si vede vi erano nel solo Monte di Varrena ben sei sacerdoti.
In un elenco di attività dovute all’arcivescovo di Milano per censo, troviamo che il parroco di Varenna deve nel 1643 L. 3, ed il prete Andrea di Varenna deve la stessa somma1.
Della Chiesa di S. Giorgio di Varenna è detto che vi si conservano le reliquie dei Santi Lorenzo e Sebastiano, ed un pezzo del legno della Croce, che in Varenna sono due cimiteri: uno è cintato in modo che gli animali di notte non possano accedervi, un secondo cimitero è aperto ma in esso non vi sono sepolti che i cadaveri degli eretici, degli usurai e degli scomunicati; che nella detta chiesa si celebrano quasi sempre due messe ogni giorno, e nel giorni festivi la messa cantata, la nona e i vespri; che la chiesa stessa ha un reddito di venticinque fiorini ed è di giuspatronato degli abitanti di Varenna sotto conferma dell’Arcivescovo. Vi è la cappellania dell’altare di S. Maria, col reddito di fiorini trentacinque, tenuta dal sacerdote Beltramo de Serponte, la cappellania o altare di S. Giovanni Battista, coi reddito di fiorini cinquantacinque, tenuta da Stefano de Mazzi.
- ↑ Archiv. di St. di Milano, Fondo di religione, p. a., cart. 207.