Pagina:Vittorio Adami, Varenna e Monte di Varenna (1927).djvu/87


secolo xv 79


Circa i criteri che regolavano l’applicazione delle tasse ai comuni, riteniamo opportuno produrre una lettera scritta dal Simonetta, nella quale sono spiegate le ragioni dell’ordine dato di non far pagare le tasse arretrate a Varenna e a Bellano:

«Tu vederai per l’aligata quello nuy scrivemo a li Magistri nostri de le intrate circha el facto del sale per le comunitate de Varena et Bellano. Il perchè considerata la reccomandacione ne ha facto in loro favore il magnifico Bartolomeo Colione, considerato quelli lochi essere molto importanti al stato nostro et che sonno alle confine de li inimici, considerato anchora ch’el tempo non è de astrengerli in simili pagamenti nè fargli tale extorsione al presente corno te medesimo il poi comprendere, ne pare per ogni respecto non debiano essere molestati in questi tempi nè a pagare taxe vechie, nè a pagare più che le taxe de le quale sonno contenti de paghare de sua voluntà.

Et pertanto volimo debi ordinare a li predicti nostri magistri che omnino gli faciano observare quello gli scrivemo, per che poy che sarano assettate et firmate meglio le cose nostre, alhora se porano astrengere a pagare le taxe vechie e le nove senza niuno reguardo che non se poria fare in questi tempi senza qualche scandalo. Et in questo non gli faciamo obiecto alchuno, perchè cossì è la nostra intencione. Ex castris apud Leucum XXIIII septembris 1452.

Iohannes1.


Il 1° gennaio 1469 ha luogo in Varenna il convocato dei consiglieri per deliberare sull’incanto dei dazi, e su altre questioni di polizia e d’ordine della comunità.

Dell’atto diamo un completo sunto, notando che esso contiene anche oggetti estranei al presente capitolo.

I riformatori del borgo di Varenna e precisamente ser Luchino de Serponte, di ser Lazaro, ser Bonolo Maza di ser Bartolomeo, Antonio de Balbiano, di ser Andrea, Pietro de Scotis, di ser Giacomo, Bartolomeo de Tenchis di ser Filippo, e Bartolomeo de Paniziis, di ser Giovanni, tutti consiglieri, eletti del suddetto borgo, riuniti nella casa degli eredi di Gaspare Marliano, abitata da Simonino de Tenchis, unanimamente e concordemente deliberano: 1° che sia posto all’incanto ed assegnato il

    Anno 1409 l. imp 1 = a Milanesi l. 7,10 attuali l. ante guerra 5,03
    » 1458 » » » = » » » 4,17 » » » » 3,25
    » 1532 » » » = » » » 3,18 » » » » 2,60
    » 1620 » » » = » » » 2,3 » » » » 1,44
    » 1683 » » » = » » » 1,5 » » » » 0,84
    » 1750 » » » = » » » 1,3 » » » » 0,75

    (Gianola, Memorie stor. relig. della Valsassina) - La lira imp. e la milanese ai suddividevano in soldi 20; il soldo in 12 denari - La lira milanese sino al 1866 corrispondeva a cent. 76 di lire italiane.

  1. Arch. St. di Milano, Registri ducali, n. 129 A, f. 307 t.