Pagina:Vittorio Adami, Varenna e Monte di Varenna (1927).djvu/82

74 vittorio adami


«Dilecti nostri. Havendo noy concessa in feudo al egregio cavalero messere Marchexino Stanga quella nostra terra et datoli le intrate et tutte le altre pertinentie sue como consta per instrumento pubblico del quale è rogato Stephano Gusperto da Cremona nostro cancellero e notaro per rispecto al feudo et per Francisco Barro notario milanese quanto appartene a le dicte intrate a li quali instrumenti se referemo, pure volemo et ricomandiamo che el dicto messer Marchixino o vero Ludovico Pinzono suo procuratore acceptati per vostro legiptimo patrono et superiore, reservata però la superiorità nostra ne in questo usareti renitenzia alchuna quantunque per il passato ne siati prestati difficili con qualche altro al quale ve havevamo infeudati, perchè essendo el dicto messer marchexino nostro allevo de quella sorte ch’el e estimaremo che la fidelità quali prestareti a luy o al dicto suo procuratore sia prestata in le mani nostre proprie perchè non gli facemo differentia alcuna et così gli risponderete de le intrate predicte incomenzando calende de genaro proxime passato. Mediolani 4 aprilis 1499.

Signatum B. Calchus et sigilatum ducali vero sigillo in cera alba ut morts est». a tergo: Prudentibus viris comunibus et hominibus terre Varene et pertinentiarum nostris dillectis».

Letta questa lettera i soprascritti uomini, piegate le ginocchia a terra davanti al detto magnifico signor Marchexino, gli prestarono giuramento di essere fedeli sudditi sì a lui che ai suoi discendenti. Presenziarono come testi il magnifico signor Simone Arigone di Simone di P. O. parr. S. Babila, il magnif. sig. Giov. Giacomo, detto Raschericho di Baratino, capitano della Valtellina ed altri, abitanti «burgi Belaxii».

Al documento surriferito è allegata una Petitio Varene nella quale si chiede:


«1. — che li nostri statuti et ordini siano confirmati prout iacent ad literam che non se li possa azonzere chosa alchuna, ma che irrevocabiliter siano observati.

2. — che alcuni de la iurisditione de Varena non possa aliquo modo esser tirati fora de la sua iurisditlone in loco alcuno et precipue a Belaso, per esser Belaso episcopato di Como, et Varenna del ducato, per causa nè cosa alchuna cossì criminale como civile.

3. — che non possano esser costretti ad pagare commissaria nè salario de comissario per el divieto de biade perchè may non fu solito, excepto da tri o vero quatro mesi in qua perchè non se froxa nè se po froxare biada alchuna ad Varena,

4. — che non se li possa incovare ne essere curgariati ad cosa alchuna ultra el solito.

5. — che non se possano actare ad pagare la conventione nè altri carigi che se pagano nixi ad Kalende de Zenaro in fine de cadauno anno, como el solito.