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poi al Balbiano questa donazione, e lo nominò governatore e commissario di Chiavenna. Col bando 21 marzo 1449 abbiamo notizia di un’altra confisca di beni, quelli dello stesso Giovanni Balbiano, diventato ribelle alla repubblica ambrosiana, che dovevano essere consegnati al comune di Milano1.

Di queste confische ai cittadini Varennesi avremo altro esempio più tardi, durante il periodo Sforzesco, quando il Duca Galeazzo Maria confiscò i beni che possedeva in Varenna la famiglia Boldoni e li donò al nobile Giorgio Serponti di Melchiorre (25 ott. 1470).

Dal porto di Cernobbio il 7 ottobre 1451 Tommaso Tebaldo di Bologna, commissario del Duca, mandava questa notizia: «De verso Bellano e Varenna altro non è seguito nè se fanno in quelle parti altri movimenti; e fino qui se ne sono facte provvisioni opportune: che seguendo altro gli sarà facto resistentia». Suggeriva poi lo stesso al Duca di mettere un podestà nella montagna d’Introzzo, come già era stato fatto nel passato, per impedire le possibili mene dei Veneziani verso la Valsassina e i monti d’Introzzo2.

Il Duca aveva mandato a Varenna Giovanni Galeazzo de Ligurni con l’incarico di farvi costruire una fortezza, ma questi adempì malamente l’incombenza3.

Il 12 luglio 1452 egli scrisse alla Duchessa di Milano:

«Illustrissima Madona. Avviso la Vostra Signoria como per opera de Ser Petro Arrigone servitore dei nostro illustrissimo Signore et de la Vostra Signoria ancora li homeni del Monte de Varena, de Esine et de Mugiascha sono ritornati e venuti alla obedientia ducale et hanno facto la fidelitate in mia mano et per gente ho mandato in qua et in là del payse per farmi più inanti et per tore Valle Margiascha et Premana tutte contrade de Vallesaxina confinante a questa rivera. Et se havesse alcuni tanti foresterij et cavalli ottegniria tutta la valle et per fine a Lecho, ma per la rocha cum partesani non me ne voglio caciare al modo me caciaria cum gente forestera. Avisando la S. V. che mo questa riviera et tutte queste parte rimangono liberate et non bisognia mo havere dubitanza de inimici perchè havemo el scudo devanti.

Ex Varena XII julij 1452. Eiusden celsitudinis fidelis servitor Iohannes Galeaz»4.

Galeazzo de Ligurni si occupava poco della fortezza di Varenna: invece di stare a Varenna, egli risiedeva a Olginate, e non pagava Giorgio Maza e Giorgio de Marliani che avevano assunta l’impresa dei lavori, come risulta da un reclamo fatto alla Duchessa da questi due danneggiati5.

  1. Biblioteca Ambrosiana, carteggio di provenienza Casati.
  2. Arch. di St. di Milano, reg. ducale n. 7, fasc. 210.
  3. Arch. di St. di Milano, carteggio Sforzesco, c. 6.
  4. Ib.
  5. Arch. di St. di Milano, carteggio Sforzesco, c. 6.