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58 | vittorio adami |
In una nota l’Angelucci dice: «Pare da questo documento che gli uomini di Torno tenessero unitamente ai comaschi per la repubblica di Milano» e soggiunge che all’epoca del documento nel 1449, Varenna unitamente a Bellano teneva per lo Sforza.
In data 28 settembre 1449 abbiamo una lettera del consiglio della città di Como, nella quale si ordina che si armino subito e si equipaggino le tre più grosse navi che sono nella darsena del naviglio di Como, e si spediscano in soccorso dei paesi amici sul lago e contro gli Sforzeschi di Bellano e di Varenna che si erano alleati col conte Balbiano di Chiavenna1.
Il partito sforzesco subì una rotta navale nelle acque di Menaggio, e le sue genti si dettero alla fuga; Varenna, Bellano, Dervio, Corenno e Dorio furono occupate dai comaschi, saccheggiate ed arse.
Com’è noto questa guerra ebbe un risultato disastroso per Milano che esausta dalla fame, dalle privazioni e dalle fatiche, fu costretta ad arrendersi il 22 marzo 1449 a Francesco Sforza, ed i Veneziani che avevano mirato ad impadronirsi del Ducato dovettero ritirare le loro forze.
Ma la guerra tra Venezia e Milano non finì e continuò sotto forma di guerriglia lungo tutto il confine, in particolar modo in Valsassina e nei paesi della riviera di Lecco, e cioè Mandello, Varenna e Bellano.
Francesco Sforza appena entrato in Milano, volendo premiare i comuni e gli uomini di Mandello, di Varenna, di Bellagio, di Bellano e della Riviera per le benemerenze acquistate e le fatiche sopportate a pro di lui, rimise loro qualsiasi debito, passato o presente, che avessero verso la camera. E perchè detti comuni fossero indotti a servire sempre più fedelmente, tenuto conto anche della vicinanza di essi al confine veneto che occorreva vigilmente custodire, il Duca li esenta anche per l’avvenire da qualsiasi peso reale, personale o misto, e da qualsiasi pagamento (1 aprile 1450)2.
Nel febbraio 1450 Bartolomeo Colleoni, passando per la Valsassina dal Monte Culmine sopra Introbbio scese a Bellano dove fu accolto festevolmente, e dove lo attendevano le navi per trasportarlo a Bellagio; ma prima di avventurarsi sul lago egli occupò Mandello e Varenna, per aver sicuro il fianco contro ogni sorpresa nemica3.
Del turbinoso periodo della repubblica ambrosiana abbiamo due decreti di confisca di beni: in data 28 novembre 1448. I capitani della repubblica concedono al Conte Giovanni Balbiano di Varenna i beni del ribelle Matteo dei Cattanei, parteggiante per i Veneziani, situati nel territorio di Varenna e di Valsassina. Il Duca Francesco Sforza riconobbe